La permeabilità della barriera emato-encefalica è alterata nel modello murino della Sindrome di Rett.

DESTINATA LA BORSA DI STUDIO IN MEMORIA DI MAURIZIO D’ ESPOSITO AL DOT. SALVATORE FIORINIELLO DEL CNR, Napoli, guidato dalla dott.ssa Floriana Della Ragione, PER LA PROSECUZIONE DELLO STUDIO

Uno studio pubblicato il 28 marzo 2023 sulla rivista Biomolecules (Pepe, Fioriniello et al, Biomolecules. 2023 Mar 28;13(4):606. doi: 10.3390/biom13040606) dal gruppo di ricerca dell’Istituto di Genetica e Biofisica A. Buzzati-Traverso (IGB-ABT), CNR, Napoli, guidato dalla dott.ssa Floriana Della Ragione, ha messo in luce per la prima volta un’aumentata permeabilità della barriera emato-encefalica in topi modello della Sindrome di Rett. Questo studio è stato realizzato anche grazie al supporto di AIRETT.

La barriera emato-encefalica (BEE) è una struttura funzionale altamente specializzata interposta tra il circolo sanguigno ed il tessuto cerebrale, che agisce come una barriera, proteggendo il cervello dall’accesso indiscriminato di molecole dannose che potrebbero essere presenti nel sangue. La BEE è, inoltre, essenziale per la regolazione dell’omeostasi cerebrale di metaboliti e nutrienti, la cui concentrazione dev’essere finemente controllata, e per l’escrezione dal tessuto nervoso al sangue di molecole di “scarto” che, se accumulate, sarebbero tossiche per i neuroni. L’integrità della BEE è garantita dalla presenza di numerose proteine espresse dalle cellule endoteliali che rivestono le pareti dei vasi sanguigni nel cervello. Tali proteine, interagendo tra loro, serrano le diverse cellule l’una con l’altra, formando una barriera che impedisce il passaggio indiscriminato di molecole tra il sangue ed il cervello.
Lo studio condotto dal gruppo di ricerca della dott.ssa Della Ragione ha dimostrato che nel cervello dei topi modello della Sindrome di Rett che presentano l’ablazione del gene Mecp2 (Mecp2 knockout), vi è un’incrementata permeabilità della BEE ed una concomitante alterazione dell’espressione di numerosi fattori con un ruolo chiave nella struttura e nella funzione della BEE, tra cui le proteine delle giunzioni strette “Claudine” e l’Occludina. Questi risultati sono coerenti con quanto già osservato in precedenza per altre malattie neurologiche caratterizzate da problemi cognitivi, tra cui il morbo di Alzheimer, la malattia di Huntington e disordini dello spettro autistico.

I risultati ottenuti con questo studio associano, per la prima volta, un difetto della permeabilità della BEE con la Sindrome di Rett e consentono di ipotizzare che questa alterazione possa contribuire all’inasprimento del danno cerebrale nelle pazienti Rett. Inoltre, individuano tale anomalia come nuovo potenziale bio-marcatore di malattia, che potrebbe essere utilizzato come bersaglio terapeutico.
Il gruppo di ricerca della dott.ssa Della Ragione cercherà di comprendere se il difetto di permeabilità della BEE rappresenta un effetto secondario della patologia o se ha un ruolo patogenetico, mediante studi nei topi modello Rett prima dell’insorgenza dei sintomi. Si testerà, inoltre, la capacità di due farmaci, FTY720 ed RPC1063, di “riparare” tali danni nel modello murino Rett. Entrambi i farmaci, già utilizzati per il trattamento della Sclerosi Multipla, sono noti per prevenire o attenuare i danni della BEE in modelli sperimentali di altre neuro-patologie. Per la realizzazione di questo studio, il dott. Salvatore Fioriniello, post-doc del laboratorio diretto dalla dott.ssa Della Ragione, ha vinto una borsa di studio biennale in memoria del dott. Maurizio D’Esposito, bandita quest’anno da AIRETT.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *