Come gli studi di storia naturale hanno permesso i trial clinici

Jeffrey Lorenz Neul – Vanderbilt University Medical Center – Traduzione a cura di Mirko Brogioni

Il concetto di studio di storia naturale condotto negli USA sulla Sindrome di Rett è un concetto che può aiutarci a capire le scelte delle diverse sperimentazioni su pazienti RTT. Negli Stati Uniti questi studi sono iniziati nel 2003 con il dott. Alan Percy, che ha potuto esaminare più di 1800 pazienti, per un numero cumulativo di visite pari a 8700. Di questi 1800 pazienti, 1200 avevano una Sindrome di Rett tipica, e il 50 % di essi sono stati visitati almeno 4 volte. Questo ha permesso di raccogliere una grande quantità di dati. L’obiettivo principale dello studio della storia naturale è stato quello di sviluppare la disponibilità alla sperimentazione clinica per le sperimentazioni cliniche della Sindrome di Rett. Ciò comporta una serie di attività interconnesse, ovvero creare una rete di siti clinici per condurre le ricerche, e negli USA ne sono stati creati almeno 14 che sono stati fondamentali per le fasi 2 e 3 dello studio sulla trofinetide. Un altro concetto importante nella preparazione alla sperimentazione clinica è la caratterizzazione delle specificità cliniche e della storia naturale della malattia, della quale al momento sono stati pubblicati circa 50 articoli, e ne sono in preparazione molti altri.

Molto importante è lo sviluppo di misure di esito clinico e biomarcatori. I biomarcatori sono cose che possono essere misurate che si riferiscono alla gravità clinica o predicono o mostrano una risposta a un trattamento. Nello studio di storia naturale sono stati esaminati i biomarcatori basati EEG e sono state riscontrate differenze, queste stesse caratteristiche dell’EEG sono presenti nei modelli murini della Sindrome di Rett. Sono state trovate anche differenze molecolari nel sangue. Tutte queste cose potrebbero essere importanti nelle sperimentazioni cliniche e aiutarci a fare le prove più velocemente e meglio.

Le misure dei risultati sono la chiave definitiva per il successo degli studi clinici. Una delle cose più importanti a cui pensare per valutare l’esito è che misura ciò che è più importante per le persone con Sindrome di Rett e per i loro caregiver, grazie anche alla compilazione della famosa RSBQ e del Clinical Global Impression of Improvement che hanno fatto emergere i parametri giusti per analizzare la qualità della vita per darne poi una valutazione più precisa. L’aspettativa è quella di vedere dei cambiamenti nel corso della vita, sia dei pazienti che dei loro caregivers.
Più avanti questi studi andranno oltre i confini degli Stati Uniti, con la speranza di avere un database su scala mondiale, completato grazie a tutti i centri di riferimento per la Sindrome di Rett sparsi nel mondo. L’obiettivo è creare una rete specializzata in Rett per condurre ricerca, capire la storia naturale della malattia e sviluppare biomarcatori e misure di intervento. Al momento ci sono una serie di nuove terapie come quella genica e di riattivazione del cromosoma X, e i dati generati dagli studi di storia naturale continueranno a essere importanti per migliorare i trials clinici sulla Sindrome di Rett.

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