Valutazioni delle irregolarità respiratorie in veglia tramite monitoraggio in pazienti australiane e italiane con Sindrome di Rett

Dai dati presenti in letteratura, è noto che il disturbo del respiro inteso come alternanza di apnee e iperventilazioni,interessa la maggior parte dei soggetti con Sindrome di Rett.
Ad oggi, si sono identificate associazioni significative fra le irregolarità del respiro e l’età delle pazienti e il loro profilo genetico, tuttavia questi studi si basano su questionari e indagini effettuate tramite i caregiver. Questi aspetti non sono mai stati studiati su larga scala attraverso l’utilizzo di strumenti clinici diretti sulle pazienti in modo da fornire un campione significativamente rappresentativo e in grado di ottenere misure quantitative. Per migliorare la conoscenza delle irregolarità del respiro nella Sindrome di Rett appare quindi fondamentale ottenere queste misurazioni. Gli obiettivi dello studio sono:
analisi del pattern respiratorio e dati relativi alla frequenza cardiaca in situazione basale nelle ragazze e donne affette da Sindrome di Rett, mediante monitoraggio ambulatoriale;
correlazioni dei pattern rilevati con altri fattori genetici e clinici (es. età, comorbidità);
individuazione di profili genetici e clinici che possono beneficiare di inquadramento e trattamento precoce;
-identificazione della corretta tempistica per questo tipo di valutazione e per l’impostazione di eventuali interventi.
Lo studio prevede l’arruolamento di 180 pazienti con mutazione del gene MeCP2 (140 in Australia, 40 in Italia), senza limiti di età.
Per la registrazione verrà utilizzato un dispositivo di monitoraggio ambulatoriale della respirazione (BioRadio), al domicilio, per 6 ore consecutive (durante periodo di veglia). Già utilizzato in pazienti con Sindrome di Rett, il dispositivo utilizzato è risultato ben tollerato dalle pazienti e facilmente gestibile dai caregiver. Il sistema di monitoraggio raccoglie informazioni sui movimenti respiratori, mediante fasce elastiche a livello del torace e dell’addome, e sulla frequenza cardiaca attraverso l’applicazione di un sensore di frequenza cardiaca e di saturazione dell’ossigeno. I segnali vengono trasmessi attraverso onde radio ad un piccolo dispositivo portatile. Le variabili ottenute dai dati grezzi verranno elaborate mediante software VivoSense®, al fine di rilevare indici per caratterizzare i pattern di apnea e iperventilazione.
I caregiver dovranno compilare inoltre un diario per identificare periodi di sonno, pasti, accessi di tosse, agitazione o movimenti persistenti e attività motoria, occorsi durante il periodo della registrazione.
I dati ottenuti verranno comparati per età, genotipo e parametri clinici (in particolare abilità motorie, epilessia, disturbi del sonno). Questi dati verranno raccolti dagli sperimentatori attraverso un’indagine con i genitori.
Il progetto ha ottenuto un finanziamento da AIRett nell’autunno 2018. Dopo il passaggio ai Comitati Etici, le prime pazienti sono state arruolate nel mese di maggio 2019 in Australia. In Italia prevediamo di arruolare le prime pazienti a partire da ottobre 2019.

Le potenziali applicazioni cliniche e terapeutiche e l’impatto del progetto sono:
1)conoscere la prevalenza del disturbo respiratorio e interpretarne le caratteristiche cliniche, per indirizzare un’eventuale management terapeutico;
2) indirizzare gruppi di pazienti, in base all’età o al genotipo, che potrebbero beneficiare di nuovi protocolli farmacologici;
3) dimostrare quali comorbidità si associano al disturbo respiratorio, informazione rilevante per l’approccio clinico;
4) valutare se il dispositivo si presti ad essere utilizzato come misura di outcome respiratorio nei trial clinici.
Per le pazienti italiane, il progetto verrà svolto presso il Centro Epilessia-Neuropsichiatria Infantile dell’ASST Santi Paolo Carlo di Milano, Referente: aglaia.vignoli@asst-santipaolocarlo.it

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