Un amico formidabile: il cavallo

Convegno Lido di Camaiore 11 e 12 giugno 2005

La dettagliata descrizione di una seduta di ippoterapia ci fa comprendere quali e quanti stimoli – fisici ed emotivi – entrino in gioco in questo tipo di sedute riabilitative

Nell’ambito delle attività svolte presso il nostro centro, l’Associazione sportiva l’Unicorno, abbiamo avuto modo di collaborare al Progetto Versilia, che ci ha permesso di entrare in contatto con alcune bambine affette dalla sindrome di Rett. In tale contesto abbiamo proposto loro delle lezioni di equitazione che in breve andremo a presentare.

Il nostro lavoro prevede l’ausilio di un animale formidabile che è il cavallo e noi abbiamo optato per “Romeo” in quanto ritenevamo le sue caratteristiche fisiche e caratteriali idonee al lavoro richiesto. Romeo è un doppio pony derivato (T.P.R. cioè tiro pesante rapido), dalla stazza robusta (o brachimorfa) con un’ altezza al garrese di 146 cm. Ha un’andatura piana, regolare, comoda e il movimento che ne deriva è prettamente antero-posteriore piuttosto che latero-laterale, cioè le spinte che avverte il cavaliere sono assai poco fastidiose anzi rassicuranti.

Caratterialmente è un pony docile disponibile e generoso.

cavalloMichela con la sua terapista

Svolgimento della ripresa

Il momento della ripresa (termine tecnico che indica l’ora della lezione) inizia col lavoro a terra con cui le bambine prendono contatto con Romeo, accarezzandolo. In seguito accompagnano Romeo alla pedana, dove si apprestano a salire alla “principessa” (ovvero un operatore sorregge una bambina per le ascelle mentre l’altro per le ginocchia, provvedendo entrambi, a posizionarla sulla groppa del pony). Questo tipo di salita permette di mantenere la flessione delle anche e del ginocchio evitando l’estensione del corpo. (1)

Una volta salite, alle bambine vengono proposti dei giochi al passo. Il passo è un’andatura camminata, simmetrica, basculata nella quale gli arti del cavallo si spostano per bipedi diagonali, uno dopo l’altro in 4 tempi ben marcati e mantenuti regolari durante tutto il lavoro. (2)

Questi giochi prevedono: l’andatura su linea retta, fare dei circoli di minimo 8 metri di diametro, i passaggi sulle barriere a terra. L’andatura su linea retta è effettuata nella fase di riscaldamento e prevede numerose transizioni, non brusche in alt-passo, passo-alt che favoriscono la presa di equilibrio da parte del cavaliere.

Nei circoli il cavaliere contrasta la forza centrifuga mettendo in atto meccanismi di raddrizzamento. Nei passaggi sulle barriere a terra, poi, abbiamo un ampliamento della falcata del cavallo che suscita una maggiore stimolazione antero-posteriore.

Una volta effettuati questi esercizi, le riprese in sella durano almeno trenta minuti e variano a seconda della stanchezza delle bambine, ci si prepara alla discesa. Abbiamo notato che questo momento è per tutti i ragazzi un momento particolarmente ansiogeno e per questo cerchiamo di farlo nella modalità più rassicurante possibile, utilizzando la discesa definita “con riallineamento”.(3)

Di norma fermiamo Romeo nello stesso punto al centro del maneggio, chiediamo alle bambine di flettersi in avanti col busto per andare a toccare con entrambe le braccia il collo del pony, guardando l’operatore che sta alla sua destra. A questo punto i due operatori, che stanno ai lati del pony, provvedono a sollevare gli arti inferiori per portarli su di un piano parallelo alla groppa del pony. L’operatore di destra, dopo aver fatto scavalcare la gamba dell’amazzone prendendola dal ginocchio, la porge all’altro operatore che provvede a far scivolare il corpo delicatamente a terra.

Dopo questa operazione alle bambine viene proposto nuovamente di accarezzare Romeo in modo da salutarlo e ringraziarlo per aver collaborato.

Gli stimoli di una ripresa di riabilitazione equestre

Le riprese di ippoterapia forniscono alle bambine tantissimi stimoli. Lo stesso assetto in stazione costituisce una rottura dello schema estensorio favorendo un atteggiamento in flessione, grazie all’abduzione ed extrarotazione e semiflessione delle anche, oltre una verticalizzazione del tronco.

L’assetto in movimento, che inibisce lo schema estensorio grazie alla posizione seduta, permette di esercitare tutti i meccanismi di equilibrio e di raddrizzamento del tronco trasmessi dal movimento oscillatorio e tridimensionale del cavallo.

Tutto il corpo è sollecitato grazie a questo sport in particolare il bacino, punto di contatto primario col cavallo. Il bacino è spesso definito un “mattone” su cui costruire le fondamenta dell’assetto. Questo deve essere stabile e non rigido per permettere il raddrizzamento del tronco. Il movimento tridimensionale della schiena del cavallo è trasmesso al cavaliere proprio dal bacino e da qui a tutto il corpo. Per mantenere la posizione si devono quindi mettere in atto meccanismi di raddrizzamento e di equilibrio. Dopo il bacino è il tronco che per primo risente del movimento del cavallo, la sua funzione è quella di ammortizzare il movimento.

La testa, infine, deve presentarsi eretta con sguardo in avanti, tanto da permettere il mantenimento dell’equilibrio.

Gli arti inferiori a cavallo presentano le anche in abduzione ed extrarotazione, mentre gli arti superiori hanno le spalle aperte ed extrarotate con l’estensione del gomito e del polso.(4)

Gli altri stimoli che si possono avere in un contesto come quello di un maneggio sono sicuramente molteplici. Gli odori del cavallo, le sensazioni di calore e morbidezza e la vista di un animale così armonioso ed elegante valgono di per sé una visita. Inoltre in questa sede è difficile far capire la relazione speciale che si viene a creare fra il cavallo e queste bambine: la sensibilità e generosità di questi animali è evidente anche a chi è inesperto.

La bardatura

Abbiamo ritenuto interessante, in questa sede, proporre anche le bardature con cui operiamo e cioè il fascione e la sella. Il fascione con 2 maniglie laterali permette un maggior rilassamento posturale e una trasmissione diretta del movimento, in modo maggiore quello latero-laterale. Il bacino trova una maggiore stabilità con la retroversione, la base d’appoggio più ampia, non coincidendo col baricentro del cavallo, facilita una migliore presa di equilibrio. Grazie a questa retroversione le anche sono maggiormente abdotte rispetto alla sella. Gli arti inferiori sono liberi di penzolare sotto l’effetto della forza di gravità e di allungarsi in stiramento; tale posizione è mantenuta senza fatica.

Gli arti superiori hanno angoli articolari più aperti e la presa è bilaterale ampia e bassa.(5) La sella ha invece una funzione differente rispetto a quella del fascione cioè allinea il baricentro del cavaliere su quello del cavallo, seleziona il movimento tridimensionale riducendo la trasmissione degli impulsi latero-laterali, stabilizza il bacino del cavaliere contrastando la retroversione, riduce l’ampiezza dell’abduzione delle anche.

La sella che abbiamo utilizzato per le riprese è una sella di tipo inglese, brevettata dall’associazione Lapo di Firenze, che presenta varie caratteristiche.

La seduta di questa sella non è particolarmente profonda ed ha una buona imbottitura dei cuscini che consentono di avere il punto più basso nel seggio. La paletta è leggermente rialzata per facilitare il raddrizzamento del bacino, i quartieri sono comodi e accoglienti. La parte più importante di questa sella è sicuramente la maniglia: questa è estraibile, di forma trapezoidale, con base maggiore verso l’alto e inclinata in avanti, sufficientemente larga da permettere una presa bilaterale corretta in modo da stabilizzare il cingolo scapolare, ripropone inoltre la lateralità degli aiuti. Inibisce gli atteggiamenti cifotici permettendo il raddrizzamento del tronco e la mobilizzazione completa del bacino, favorendo la ricerca dell’equilibrio e l’indipendenza dei movimenti.

Grazie anche al cuscino che posizioniamo sulla paletta, riusciamo a rimpicciolire la seduta (infatti le selle per i bambini sono spesso troppo grandi e questo può risultare un grosso problema) aiutando a stabilizzare il bacino. Con il cuscino poi si evita che il bacino vada troppo indietro sulla paletta della sella, soprattutto in cavalieri che tendono a compensare il raddrizzamento insufficiente facendo forza sulle staffe; inoltre aiuta a compensare la retroversione del bacino.

Le staffe sono l’ultima parte della sella che ci aiutano a mantenere gli arti inferiori in triplice flessione, dando un appoggio che può facilitare il raddrizzamento e l’equilibrio laterale.

Noi utilizziamo l’alternanza di sella e fascione per lavorare su due versanti differenti: la parte del fascione aiuta a rilassare la muscolatura e a sviluppare una maggiore ricerca dell’equilibrio, mentre la sella, selezionando il movimento del cavallo facilita il raddrizzamento e l’equilibrio, l’utilizzo delle staffe impegna l’investimento della muscolatura mentre la maniglia grazie alla sua particolare forma aiuta a raggiungere e a mantenere un assetto corretto.(6)

Obiettivi e progetti

Quello che abbiamo proposto fino ad ora è stato ben accettato dalle bambine. Noi spingiamo molto sulla volontarietà del gesto, magari cercando anche vie di comunicazione alternative. Spesso chiediamo alle bambine: “Come si fa a far partire Romeo?” aspettando un segnale che abbiamo codificato con ciascuna di loro, come ad esempio un dondolamento o una piccola vibrazione delle labbra. L’idea che grazie ad un loro gesto possano far cambiare l’ambiente circostante è per noi importantissimo. Fare questo ci può portare a proporre loro nuovi giochi non solo quello di tenere la maniglia per poter partire, ma anche spostare e prendere un gioco che si trova sulla criniera di Romeo oppure prendere una pallina per metterla in un canestro (questi sono i classici esercizi che proponiamo ai principianti per prendere più confidenza con l’assetto e l’equilibrio).

Nicla Lari – Dott.ssa Eleonora Rossi

Note:

  1. Fonte: Applicazione di principi fisioterapici alla riabilitazione equestre, dispensa redatta da Meike S. Raupach, relativa al master in Riabilitazione Equestre anni 2004/2005 organizzato dall’Ass. Lapo in accordo con la Neuropsichiatria di Firenze.
  2. Fonte: Testo guida per la formazione professionale dell’istruttore di equitazione F.I.S.E.
  3. Fonte: Applicazione di principi fisioterapici alla riabilitazione equestre, dispensa redatta da Meike S. Raupach, relativa al master in Riabilitazione Equestre anni 2004/2005 organizzato dall’Ass. Lapo in accordo con la Neuropsichiatria di Firenze.
  4. Fonte: Applicazione di principi fisioterapici alla riabilitazione equestre, dispensa redatta da Meike S. Raupach, relativa al master in Riabilitazione Equestre anni 2004/2005 organizzato dall’Ass. Lapo in accordo con la Neuropsichiatria di Firenze.
  5. Fonte: Principi Pratici di riabilitazione equestre, Milano, ed. UTET Periodici srl 1996
  6. Fonte: Principi Pratici di riabilitazione equestre, Milano, ed. UTET Periodici srl 1996