Obiettivo: migliorare la qualità della vita

Convegno Lido di Camaiore 11 e 12 giugno 2005

La diagnosi della malattia rappresenta per le famiglie un momento estremamente critico.Ma si può fare molto. L’obiettivo principale è quello di far condurre alle bambine la migliore vita possibile, favorendo la mobilità articolare e prevenendo o ritardando la comparsa di deformità. È quanto afferma Lyn Weekes, Fisioterapista di cui riportiamo l’intervento esposto durante l’ultimo convegno di Lido di Camaiore.

Lyn Weekes

Traduzione Alessia Coletta e adattamento Alessandra Ligato

Il filmato che vado a presentare è stato realizzato in un hotel, in occasione di uno di quegli incontri che noi chiamiamo “family weekend”, durante i quali le famiglie partecipano a tutte le attività che noi organizziamo con le bambine; il video è stato girato nella piscina dell’albergo la cui acqua non era molto calda poiché altri clienti dell’albergo stavano usufruendo della piscina; il filmato non partirà dall’inizio della sessione di esercizi che abbiamo già visto questa mattina negli altri filmati, ma dalla seconda parte.

Il padre della bambina è in acqua con me, la madre è a bordo vasca che ci osserva preoccupata e il video viene registrato dal padre di un’altra bambina Rett.

Mi scuso per il forte rumore di sottofondo, ma la piscina era affollata dai fratelli e le sorelle delle bambine.

(COMMENTO AL VIDEO): la bambina indossa un giubbetto di salvataggio che la sostiene supina ed io la sorreggo sulla schiena.La sostengo perché ho paura che la bambina ruoti su un lato.

Le chiedo di rimanere vicino a me perché penso che mi stia sfuggendo.

Questa bambina ha gravi difficoltà posturali, ipotonia muscolare e non riesce ad assumere una posizione che contrasti la forza di gravità, per questo non si muove autonomamente, rimane seduta sulla sua sedia a rotelle.

Ma in questa sessione di esercizi in piscina possiamo vedere che la bambina si sta divertendo e si muove bene.

L’esercizio che vado ad eseguire consiste nel muovermi all’indietro spingendo così l’acqua dietro di me, lasciando una specie di buco davanti di modo che la bambina galleggi; in questo modo la bambina proverà la sensazione di muoversi meglio in acqua.

Il padre sta provando a fare questo esercizio con la bambina ma non è facile come può sembrare.

Ci si deve muovere abbastanza velocemente per lasciarsi dietro la pressione dell’acqua, in modo da creare lo spazio davanti.

Ci sarebbe molto di più da mostrare in questo video, ma credo sia meglio fermarci qui per ragioni di tempo.

Il video finisce con la mamma che dice stupita: “E’ un tipo di esercizio che non le avevamo mai fatto fare prima senza di voi!” (FINE VIDEO).

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Quando viene diagnosticata la sindrome di Rett ci si può sentire sollevati, perché almeno qualcuno sa che cosa c’è che non va con vostro figlio/a, e che vostro figlio/a non è l’unico bambino con questa malattia.

Ma poi subentra la consapevolezza che la/il bambina/o sarà sempre dipendente e bisognoso di assistenza.

Scusate, avrei dovuto chiedere, sono presenti famiglie con bambini maschi con sindrome di Rett?

No? D’accordo, allora continuerò a dire “bambine”.

Penso che sia una sensazione terribile e devastante, perché la bambina sarà continuamente dipendente dalla famiglia e tutto questo richiede tempo per essere accettato.

Ma si può fare molto.

L’obiettivo principale è quello di far condurre alla bambina la miglior vita possibile.

Il primo obiettivo è quello di mantenere la mobilità articolare, o se c’è una limitazione, allora si deve far in modo di migliorare la mobilità.

I bambini nascono con una mobilità articolare completa; se un bambino ha dei disturbi a questo riguardo, ciò non necessariamente è imputabile alla sindrome di Rett, ma ad altro.

Ogni volta che si muove un’articolazione, essa viene lubrificata.

Noi muoviamo automaticamente le nostre articolazioni, per esempio indossiamo una maglia facendo dei movimenti con le braccia del tutto automatici, senza pensarci.

La bambina che non muove le articolazioni deve essere aiutata con una mobilizzazione passiva in modo da lubrificare le articolazioni e favorire l’estensione di movimento.

Parliamo delle articolazioni: esse vengono azionate dai muscoli, che sono attaccati sopra e sotto un’articolazione, per contrarre e distendere il muscolo.

Si deve mantenere l’elasticità dei muscoli. Se si pensa alla bambina che rimane sempre seduta sulla sedia a rotelle con le braccia nella stessa posizione per la maggior parte del tempo, ne verrà che i muscoli saranno sempre contratti e se non li distendiamo mai, la bambina finirà per avere una deformità dell’arto.

La prossima diapositiva recita: “promuovere una buona postura attraverso un attento posizionamento su entrambe le natiche”.

Quando finirà questo incontro e andrete a casa, se vi guarderete intorno, spero che tutte le bambine su sedia a rotelle staranno sedute con il loro peso equamente distribuito sui muscoli glutei.

Se non controllate, le bambine tenderanno a sedersi su un fianco.

Se io mi siedo con il peso spostato da una parte, per esempio a sinistra, non sposto la testa dal lato sinistro, ma tendo a riportarla dritta al centro.

Il che causa una curvatura della schiena, che non si può vedere a causa dei vestiti, ma c’è, e il mio fianco destro è alzato.

Se la bambina viene fatta sedere correttamente, si vede che in dieci minuti torna alla posizione scorretta.

Alcuni dicono che la bambina “preferisce” quel lato, ma attenzione, così si favorisce una deformità.

Allora, pazientemente si deve riportare la bambina sulla posizione corretta, cioè su entrambe le natiche.

Un ulteriore obiettivo è quello di prevenire o ritardare la comparsa di deformità; due tipici esempi sono la lussazione o sublussazione delle anche e la scoliosi.

Entrambe queste deformità potrebbero occupare tutta la mia presentazione, perciò ne parlerò più avanti.

Abbiamo parlato dell’elasticità muscolare, ma si deve anche migliorare la forza muscolare.

Un muscolo deve essere usato per far sì che mantenga la sua forza. Deve muoversi contro una resistenza per aumentare la propria potenza, e se non viene utilizzato semplicemente la perderà.

Questo riguarda tutti noi, non solo le ragazze Rett. Se per esempio si rimane a letto per due settimane, ci si sentirà deboli nel momento in cui ci si alza dal letto.

Questo si nota soprattutto nei muscoli più grandi, che si indeboliscono più facilmente.

Parlando della fisioterapia c’è ancora molto da fare. Uno degli obiettivi è quello di facilitare lo sviluppo della fase successiva.

Alla nascita, i bambini non hanno il controllo della testa, per questo si usa dire “attenzione alla testa” quando lo si prende in braccio.

In sei settimane si osserva che tengono la testa dritta e si guardano intorno; ma continua a non avere il controllo del tronco, lo si deve sorreggere quando è seduto.

Quando parlo di facilitazione della fase successiva, io valuto la loro postura a seconda della lista qui descritta (slide 9); se sono già in grado di stare sedute, allora dobbiamo occuparci della posizione eretta. Tutto questo processo deve essere accompagnato da un elemento di divertimento, in modo che la bambina possa avere un’esperienza positiva del movimento.

Se io dicessi adesso a voi:“Adesso alzatevi, stiratevi i muscoli”, voi reagireste in maniera positiva, sarebbe un piacere. Noi proviamo il fattore benefico dopo una nuotata in piscina e vogliamo che anche le bambine possano provarlo.

C’è una scuola di pensiero nel Regno Unito: si insegna ad un bambino a nuotare senza alcun tipo di supporto, ma io non vi aderisco, e preferisco dare supporti galleggianti per l’apprendimento in acqua ed eventualmente li tolgo man mano che la terapia va avanti.

Le bambine sanno quando riescono a fare qualcosa, quando apprendono e mettono in pratica, se hanno fatto qualcosa che non avevano mai fatto prima; una volta ho avuto una bambina in clinica cui è stato insegnato a muoversi dalla posizione seduta a quella eretta e lei si rendeva conto che era riuscita a fare qualcosa per la prima volta, stava in piedi, si guardava intorno e sorrideva.

Ho visto molte bambine e qualche bambino nella mia esperienza, e vorrei parlarvi dei problemi che si rilevano più di frequente: il tendine di Achille è il tendine dietro la vostra gamba in basso al calcagno.

Ho avuto una paziente con ipotonia muscolare con una particolare lassità per cui le articolazioni si estendono oltremodo.

Visitando la bambina ho controllato tutte le articolazioni, spalle, il tronco, le anche e mi sono sorpresa del fatto che la bambina avesse un accorciamento del tendine di Achille.

Per questo io consiglio sempre ai genitori di supportare i piedi della bambina; si potrebbe pensare che non abbiano bisogno di scarpe se non camminano, ma io consiglierei di fare indossare delle scarpe e appoggiare i piedi ad un sostegno.

Pensate per esempio ai seggiolini per la macchina, che scegliamo con cura per la sicurezza dei nostri figli; ma a volte i piedi vengono lasciati penzolare nel vuoto.In questo caso i piedi tendono ad andare con le dita verso il basso. Questa posizione favorisce l’accorciamento del tendine di Achille.

Questo vale non solo per il seggiolino della macchina ma anche per il seggiolone.

I supporti a volte esistono, ma non sono regolati all’altezza giusta. E’ necessario sistemare il supporto in modo che il piede formi un angolo retto.

Se si verifica l’accorciamento del tendine di Achille, l’effetto è molto serio; per esempio problemi di equilibrio dati dalla difficoltà ad appoggiare completamente i piedi a terra, con un’andatura sulle punte.

Ma è molto difficile mantenere l’equilibrio sulle punte. Per questo all’improvviso le bambine smettono di camminare.

Questo rende la gestione della situazione molto più difficile. Se vostro figlio è in grado di camminare, le azioni quotidiane sono più facilitate, può camminare fino al tavolo per mangiare o fino al bagno; questa è una ragione per cercare di far camminare la bambina; l’altra ragione è che sappiamo che c’è un’alta incidenza di scoliosi.

Ogni volta che si estendono i muscoli delle ginocchia, delle anche e della schiena per camminare, si allontana il pericolo di peggioramento di scoliosi o se ne ritarda la comparsa.

Esiste un pericolo reale per quelle bambine su sedia a rotelle, cioè che esse possano adattare il corpo alla posizione assunta sulla sedia.

Si può pensare che una volta portata a letto la bambina non abbia questo problema, ma andate a controllare, perché la bambina molto probabilmente ha assunto quella posizione.

Per questo già in giovane età la bambina deve imparare a tollerare la posizione prona.

Se facessi stendere qualcuno a faccia in giù su questo lettino, egli stenderebbe i piedi nella posizione che la bambina non dovrebbe assumere; idealmente si dovrebbe mettere la bambina distesa prona con le caviglie fuori dall’estremità del letto o del tavolo.Se questo non è possibile, allora all’altezza delle caviglie si può mettere un lenzuolo attorcigliato o un cuscino, in modo che le caviglie rimangano a 90 °.

Se la bambina ha delle contratture in flessione del ginocchio allora è molto difficile stare in posizione eretta e in alcuni casi raccomandiamo l’utilizzo di ortesi notturne per il ginocchio in modo da mantenere il ginocchio il più dritto possibile.

Allo stesso modo consigliamo tutori per le caviglie. C’è una certa riluttanza nel far indossare alla bambina un busto o delle ortesi, perché credo che pensiamo a come potremmo stare noi stessi in quella situazione.

Io capisco la vostra sensazione, ma è un modo di pensare sbagliato. Se per esempio si osserva un busto si pensa che le bambine non possano respirare; ma senza il busto la schiena tende a piegarsi su un lato e in questo modo il polmone da quel lato rimane schiacciato.

E’ sbagliato pensare che possa respirare con l’altro polmone, che invece è stirato e quindi compromesso.

Quando parlo di questo con i genitori spesso metto le mani sul petto della bambina e la colloco in posizione eretta in modo tale che i polmoni e gli altri organi siano nella giusta posizione e osservo che la bambina tiene la testa dritta e sorride.Quando tolgo il mio supporto la bambina torna nella posizione precedente e pende da un lato.

E’ così che i genitori si rendono conto dei vantaggi del busto.

Si sa che la scoliosi è una malattia molto frequente; l’insorgenza può essere rapida, graduale o improvvisa.

Io ho osservato tutte queste modalità d’insorgenza. Personalmente sono favorevole all’utilizzo del busto, che deve essere indossato in tutti i momenti passivi, come guardare la televisione, stare sedute a scuola, in casa, mentre si dà loro da mangiare.

A questo si alternano momenti in cui il busto può essere tolto, nei momenti attivi, di svago, nelle sedute di idroterapia, per esempio.

Alcune ragazze hanno fusione spinale. Ci sono nel Regno Unito uno o due centri specializzati per questo problema. E’ importante affidarsi a persone che sono in grado di comprendere il problema. Questo perché sappiamo che le ragazze Rett sono speciali, hanno i loro problemi di nutrizione, di respirazione e tutto questo deve essere ben gestito.

Il mio consiglio è, superato lo choc della diagnosi, di rivolgersi all’ortopedico; lui si occuperà di valutare la fase in cui si trova la bambina in quel momento; nella migliore delle ipotesi, quella in cui non vi siano problemi, lascerete lo studio sorridendo.

Ma non avete perso tempo perché quella visita è un parametro per valutare la schiena in futuro.

Nella mattinata, durante il convegno, ho osservato qualche bambina e la loro schiena sembrava abbastanza dritta; con l’aiuto dei genitori ho lasciato che le bambine si piegassero liberamente da un lato ed ho notato che ad alcune riusciva molto facile piegarsi da un lato mentre rimanevano rigide dall’altro.

Nella mia equipe stiamo raccogliendo dati su questo aspetto e anche se non abbiamo ancora fatto nessuna pubblicazione pensiamo che l’atteggiamento sopra descritto possa essere il precursore per la scoliosi.

Quello che raccomandiamo è di fare molti esercizi spinali, facendo piegare la bambina due volte sul lato che le rimane più rigido per ogni volta che si piega dall’altro lato.

E le sedute di idroterapia in piscina sono le più indicate per fare questo tipo di esercizi. Si può utilizzare la pressione dell’acqua per spingerla verso il lato per lei più difficile; e poi facilitare l’altro movimento con l’aiuto dell’acqua, in modo che la bambina utilizzi i muscoli giusti.

Come sempre, c’è un’altra scuola di pensiero, ci sono alcuni fisioterapisti nel Regno Unito che non credono nell’utilizzo del busto; la cosa mette i genitori in una posizione difficile, una situazione in cui non è facile prendere delle decisioni.

Il motivo per cui alcuni non sono d’accordo con l’utilizzo del busto è perché vogliono promuovere più la parte attiva, quella motoria, per meglio esercitare tutte le articolazioni.

Questo è condivisibile, anch’io prima ho parlato della parte attiva della giornata, solo quando la bambina è in situazioni passive credo che per mantenere una posizione corretta il busto sia necessario.

Si cerca infatti una simmetria: se tracciamo una linea mediana immaginaria che va dal naso al bacino ai piedi, vogliamo che le due metà tracciate da questa linea siano uguali.

Le anche, che sono giunture sferoidali, alla nascita non sono formate completamente. Ricordiamo quanto sia facile cambiare i pannolini con un bambino piccolo perché le gambe si aprono completamente!

Quando il bambino inizia a caricare il peso sulle ginocchia ed inizia a stare in piedi, a quel punto le anche sono completamente formate.

Normalmente prima che un bambino inizi a camminare, lo si tiene in braccio, lo si appoggia a terra e lo si osserva mentre trova il suo equilibrio e muove i primi passi.

Si deve fare lo stesso con le bambine Rett; si deve sostenerle perché non rimangano rigide in piedi, ma è importante comunque che i piedi siano appoggiati per terra.

Se si ha una bambina con scarso tono muscolare si osserva che una volta messa a letto i suoi piedi ruotano verso l’esterno, tanto da toccare il materasso.

Questo movimento va oltre la normale ampiezza, nessuno di noi sarebbe in grado di farlo. Il punto è che non ruotano soltanto i piedi, ma anche tutta la gamba e si deve pensare a quello che succede alle anche.

Il mio consiglio è mettere delle lenzuola arrotolate intorno alle ginocchia durante la notte, in modo che rimangano dritte.

Un altro modo è quello di non farla dormire sulla schiena, ma su un lato.

Si può verificare anche il cosiddetto “windsweeping ”, cioè un movimento per cui le anche scivolano tutte e due da un lato, spostando le gambe.

Questa posizione è pericolosa perché c’è rischio di dislocazione delle anche. Se per esempio la bambina dorme sul lato destro, la gamba sinistra per l’effetto della forza di gravità tenderà verso il basso, il che pone la bambina a rischio, anche perché la posizione viene assunta per tutta la notte.

Per questo si deve osservare la bambina quando è seduta con entrambe le natiche sulla sedia: se le gambe tendono a muoversi verso destra, la si farà dormire sull’altro lato.

Capisco che a parole sia difficile spiegare questo concetto, più tardi sarò a disposizione per mostrarvelo in pratica, visitando le bambine.

Nella prossima diapositiva prendo spunto da una pubblicità che ho visto nel Regno Unito a proposito di una birra, Heineken, che recita: “Heineken tocca dei punti che niente altro può toccare”.

Vorrei riferire questo concetto alle tre terapie che penso siano essenziali e che hanno questo effetto così positivo per le bambine Rett: idroterapia, ippoterapia, musicoterapia: difficile scegliere, tutte e tre sono ottime, le bambine si divertono e ottengono un senso di conquista.

Vorrei che anche la fisioterapia fosse compresa nella lista, ma purtroppo per ora non è possibile.

Si osserva spesso nelle ragazze Rett un atteggiamento curvo delle spalle:infatti hanno movimenti stereotipati delle mani, che le portano ad avere sempre le braccia in avanti e quindi a piegare le spalle in questa direzione.Sappiamo anche che hanno problemi di respirazione: possono iperventilare, trattenere il fiato e questo porta ad alzare le spalle.

Per questo a volte il collo rimane completamente nascosto.

Alla fine della mia presentazione vi mostrerò alcuni facili movimenti da poter applicare alla bambina. Se eravate presenti, in precedenza la Dott.ssa Budden ha parlato delle steccature e dei tutori.

Per molto tempo nel Regno Unito non abbiamo utilizzato steccature, anche secondo lo stesso Dott. Rett le stereotipie erano movimenti compulsivi non controllabili.

Ma ho lavorato a lungo con il Dott.Tony Wigram, musicoterapista, e ho notato che se la bambina si concentra sugli strumenti musicali, è possibile intervenire tenendo ferma una mano della bambina.

Questo rende libera l’altra mano per battere su una tastiera, pizzicare le corde di una chitarra o toccare le campane eoliche, impedendo alcuni movimenti stereotipati.

Se una bambina è agitata, con movimenti stereotipati forti, non proverei a controllarla solo tenendole ferma una mano, ma proverei con dei lievi massaggi dietro il collo o sulle tempie per cercare di rilassarla e poi tenerle la mano dietro la schiena.

Io consiglio anche di controllare bene il tempo in cui la bambina indossa il tutore o le steccature.

Credo che a nessuno piaccia il pensiero che la bambina tenga il tutore per gran parte del giorno; ma come ha detto la Dott.ssa Budden, se le bambine si procurano danni a causa delle stereotipie, allora forse è il caso che le steccature vengano utilizzate per una durata di tempo maggiore, che si traduce in settimane, non per sempre.

Se si graffiano il viso per esempio, può essere necessario tenere la steccatura finchè la ferita non si rimargini.

I supporti che io utilizzo di più sono gli AFO (tutore ortopedico per le articolazioni instabili della caviglia); in qualsiasi punto si debba spostare il peso, la natura ci ha dato dei cuscini naturali: le natiche per sedersi, il tallone per camminare, le dita dei piedi per appoggiarsi mentre si cammina; ma se la bambina sposta la caviglia verso l’interno, dove non ci sono cuscini naturali, il suo peso caricherà solo sull’osso e la steccatura/tutore può provo- care ferite.

Perciò cerchiamo di prevenire i movimenti sbagliati applicando le AFO, ma in ogni caso non le facciamo indossare per troppo tempo alle bambine.

L’uso delle ortesi per la posizione eretta è indicato per sottoporre le ossa ad una certa pressione al fine di mantenerne un certo grado di densità ossea, che altrimenti viene ridotta.

La posizione eretta facilita anche il drenaggio renale, e il funzionamento degli altri organi.

Noi consigliamo il sostegno posturale per la posizione eretta specialmente per quelle bambine che non camminano, applicandolo ogni giorno.

Dobbiamo stare loro vicino, perché le bambine si appoggiano a noi spesso.

Io faccio indossare il sostegno alle bimbe e lascio loro tutto lo spazio necessario per alzare la testa rimanere erette e piano piano riduco il mio supporto, proprio perché si deve lasciare alle bambine il compito di svolgere i movimenti.

Riguardo alle posizioni per dormire, vi rimando a ciò che ho detto in precedenza (es.Windsweeping), e faccio riferimento ai vari sostegni che sono al momento in commercio nel Regno Unito.

Voglio concludere dicendo che c’è molto da fare per prevenire o ritardare la comparsa di deformità e per ottimizzare le abilità della bambina.

Vorrei anche consigliare di rivolgersi ad un fisioterapista prima che un problema insorga, piuttosto che aspettare che ne arrivi uno.

A questo punto penso di aver parlato abbastanza, e visto che la fisioterapia è azione, passiamo alla pratica. Ho qui un’assistente che sta aspettando dietro le quinte.

(DIMOSTRAZIONE PRATICA): la bambina è supina, le spalle tendono in avanti e ci sono movimenti stereotipati delle mani.

Pensiamo alla zona alta del tronco; essa comprende sterno, articolazioni della spalla, clavicola, scapola, spina dorsale.

In ogni punto in cui queste ossa si incontrano, si hanno piccole articolazioni, le quali devono essere lubrificate ed i muscoli che le circondano devono essere distesi e messi in movimento per conservare la propria elasticità.

Normalmente quando visito le bambine su un lettino come questo preferisco che siano rilassate, perciò metterò un cuscino sul lato sinistro del letto e su quello destro, un cuscino anche sotto le ginocchia.

Voglio supportare la bambina in una situazione rilassata.

Metto una mano dietro la spalla e l’altra davanti, cercando di trovare la scapola e le articolazioni della spalla.

Le mani devono essere rilassate, in modo che le dita non scavino nella pelle.

Quello che cerco è il rilassamento perciò procedo con un movimento alternato, come un piccolo scuotimento.

All’inizio questo movimento è leggero, poi più sostenuto.

Riesco a sentire che la bambina si sta rilassando; effettuo un piccolo movimento circolare, percorrendo tutta la spalla dal basso verso l’alto.

Anche se sembra agitata, probabilmente perché non ha mai sperimentato prima questo tipo di massaggio, la bambina sorride.

Questo massaggio è qualcosa che anche i genitori possono fare, non soltanto un fisioterapista.

Inoltre può essere utile anche farlo a noi stessi, per sciogliere la tensione che si accumula sulle spalle.

Prima parlavo della rigidità del tendine d’Achille; se decido di far flettere la gamba, metto le dita nel punto in cui voglio che la pieghi e la piego.

Per esempio qui le faccio piegare ginocchio e anca destri. In questo modo si rilassa il tendine d’Achille.

Adesso prendo il tallone con una mano, mettendo il mio pollice da un lato della caviglia e il resto della mano sull’altro lato del piede, tenendo il calcagno in posizione rilassata.

Poi faccio appoggiare tutto il piede della bambina sul mio polso in modo da ottenere un angolo retto.

Nel frattempo mantengo una linea retta immaginaria con il corpo della bambina, che va dal naso all’anca al piede e il ginocchio che sto piegando deve rimanere perpendicolare al soffitto.

Quando vedo che la posizione è corretta allora procedo con lo stretching sempre tenendo la caviglia a 90°.

Può sembrare facile ma la bambina sta facendo molta pressione con il piede che io sto tenendo in mano.

Mentre parlavo mi sono distratta un attimo e il suo piede è tornato nella posizione originale.

Questa è la posizione che il tendine di Achille assume se lasciato a se stesso senza stimolazioni.

Esite la possibilità di fare massaggi in altri distretti corporei ad esempio il massaggio addominale per il quale è necessario assumere una posizione ottimale con cuscini sotto le ginocchia, intorno alla bambina e dietro la testa.

A volte la costipazione è un problema, il vostro nutrizionista vi dirà che la bambina ha bisogno di verdura, di fibre.In realtà queste bambine hanno più bisogno di liquidi, perché molte di loro hanno una salivazione eccessiva e perdono così liquidi.

Ma è importante anche fare molto esercizio, sotto forma di diverse attività.Adesso sempre con le mani rilassate cerco la parte morbida al centro del bacino.

A volte, ingoiando aria le bambine hanno l’addome rigido. Io inizio, come ho fatto prima, a massaggiare scuotendo leggermente. Con questo movimento può succedere che la bambina espella aria, sia dall’intestino che dalla bocca.

Poi procedo con un movimento circolare, prima con il polso, poi con il palmo e con le dita. Se vedessi che la bambina non è rilassata interromperei il massaggio e riproverei più tardi; questa bimba è rilassata e molto tollerante. In breve, non le sto recando nessun fastidio né dolore.

A questo punto vorrei ringraziare moltissimo tutti coloro che mi hanno aiutato oggi, grazie di cuore.

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