La stimolazione transcranica a corrente diretta (tDCS): quali possibilità di impiego nella Sindrome di Rett?

La stimolazione transcranica a corrente diretta (tDCS) è una tecnica semplice e non invasiva per
la stimolazione celebrale che produce dei cambiamenti funzionali prolungati nella corteccia cerebrale e nel cervelletto.
La tecnica (Nitsche et al., 2008; Priori, 2003) consiste nell’applicazione sullo scalpo di elettrodi connessi ad un generatore a corrente continua, al di sotto dei 2 milli amper. Queste correnti, applicate per qualche minuto, generano un campo elettrico che modula l’attività neurale
La metodica può essere somministrata anche attraverso semplici caschetti o cuffia PRECABLATA.
Gli studi di Priori seguiti da quelli di ricercatori tedeschi, dimostrarono, alla fine del secolo scorso, che tale corrente poteva indurre nell’area cerebrale motoria delle modificazioni di eccitabilità che persistevano diversi minuti.
Tale tecnica cominciò quindi ad essere utilizzata in ambito di ricerca per analizzare la plasticità e l’eccitabilità cerebrale, e in ambito clinico nel campo di alcuni disordini neuropsichiatrici. La stimolazione con corrente continua e diretta, infatti, presenta numerose applicazioni sia su aree corticali motorie e non, sia su aree non corticali. Sono stati condotti esperimenti anche sul cervelletto. La rivista “Nature” nel 2009 dedica un articolo che riporta la possibilità di modificare alcuni aspetti cognitivi, motorio e linguistici in un cervello normale.
La corrente prodotta dalla tDCS interviene non solo sui neuroni ma anche sulla glia, sui vasi, sulla barriera ematoencefalica e sulla neurogenesi, dunque sia su aspetti generativi che di differenziazione delle cellule staminali.


Campi di applicazione:
Tra i principali ambiti vi sono l’ambito linguistico, della cura per l’emicrania, della memoria, di terapia di malattie neurodegenerative, la cura della depressione e l’affiancamento alla farmacoterapia in età adulta. Non ci sono ancora linee guida per l’età pediatrica perché gli studi scientifici randomizzati sono ancora pochi.
In particolare viene utilizzata nelle seguenti situazioni:
• diminuzione di crisi epilettiche,
• controllo di disturbi cognitivi e comportamentali e di sintomi simil autistici,
• modulazione a lungo termine della glia,
• miglioramento dei fenomeni riparativi neuronali.
Pertanto è ipotizzabile che un’applicazione ripetuta potrebbe influire sul neurosvilippo e modificare patologie come la sindrome di Rett o l’autismo.
Dal punto di vista della sicurezza si sottolinea che:
• non ha nulla a che vedere con l’elettro shock!!!
• un effetto collaterale può consistere nell’arrossamento sotto l’elettrodo e poco bruciore,
• l’elettrodo non va messo su cute alterata.


Pertanto tale modica si caratterizza per sicurezza e basso costo.
Sono ancora in corso studi volti a quantificarne l’efficacia, alla definizione di specifici protocolli per l’applicazione e all’identificazione di criteri per la scelta dei pazienti.
Bibliografia

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