Sintesi del Convegno Nazionale Airett 2012

dalla-ricerca-2012

Napoli, 18-19 maggio 2012

Prof. Edvige Veneselli Ospedale Gaslini Genova

Venerdì 18 e sabato 19 maggio Maurizio D’Esposito e Giuseppina Ludi ci hanno accolto nella splendida Napoli per il nostro Convegno Nazionale, in una sede altamente prestigiosa come l’Area della Ricerca del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), con la cordialità ed il calore tipicamente partenopei.

L’Organizzatore Scientifico dr. Maurizio D’Esposito – e ricordo a tutti che è colui che ha scoperto il gene MeCP2 e che tutt’ora studia le complesse funzioni di tale gene – ha saputo coinvolgere elevati referenti della ricerca in Italia, focalizzando l’attenzione sul contributo del nostro paese per l’avanzamento delle conoscenze sulla Sindrome di Rett.

All’apertura hanno porto il saluto di benvenuto il prof. Antonio Baldini, Direttore dell’Istituto di Genetica e Biofisica del CNR (Napoli), il prof. Giuseppe Martini, Direttore del Dipartimento Scienze della Vita del CNR (Roma), accanto alla Presidente dell’Associazione Italiana Rett, signora Lucia Dovigo.

 

alessandra-renieri-e-stefania-filosaAlessandra Renieri e Stefania Filosa

 

L’elevato livello scientifico è proseguito nella prima Sessione sui Modelli animali e cellulari per lo studio neurologico e comportamentale della sindrome di Rett, di cui sono stati Moderatori la prof.ssa

Stefania Filosa (Napoli) e la prof.ssa Alessandra Renieri (Siena) e che ha visto i contributi della dr.ssa Ilaria Meloni dell’UO di Genetica medica (Siena) “Cellule staminali pluripotenti indotte (iPS): un modello innovativo per studiare i meccanismi alla base della Sindrome di Rett”, del Primo Ricercatore dell’Istituto Superiore di Sanità dr. Giovanni Laviola (Roma) “Analisi del fenotipo comportamentale in un modello murino di Sindrome di Rett: effetti della modulazione delle Rho GTasi” e del dr. Tommaso Pizzorusso dell’Istituto di Neuroscienze del CNR (Pisa) “Modelli animali e cellulari per lo studio della Neurobiologia della Sindrome di Rett”. Si è trattato di interventi molto complessi in cui i ricercatori ci hanno attestato il grande impegno delle scienze di base per la comprensione dei meccanismi sottostanti al determinismo degli aspetti caratteristici della Sindrome di Rett. Gli approcci sono stati eterogenei, dall’uso delle cellule staminali agli studi con modelli animali (topi) con la mutazione tipica. Da essi potrà derivare una più avanzata conoscenza dei fenomeni patofisiologici, nella speranza che ci possano condurre a interventi per una loro correzione o modulazione.

Per i contenuti specifici di questi interventi, come degli altri contributi del Convegno, si rimanda agli articoli relativi, richiesti dall’Associazione ai Relatori per la pubblicazione sulla Rivista.

 

giovanni_laviolaGiovanni Laviola

 

Nella seconda Sessione la prof.ssa Alessandra Renieri (Siena) ci ha presentato l’update sul Rett Networked Database: con la collaborazione di numerosi centri di riferimento, genetici e clinici, è ora in funzione questo importante strumento di raccolta dati, che costitui-sce il substrato di future ricerche correlazionistiche tra genotipo e fenotipo e per lo studio dei casi ancora non geneticamente connotati. Dietro a ciò esiste la grande abilità della Renieri a cooptare e far lavorare gruppi differenti ad uno scopo cui molte associazioni di Malattie rare aspirano e che poche hanno già realizzato. La sua realizzazione e la sua pubblicazione su una rivista altamente qualificata, come Human Mutation, costituiscono un ulteriore attestato del ruolo del nostro paese nell’attività svolta a livello internazionale in questo ambito.

Successivamente la dr.ssa Silvia Russo (Milano) ha risposto alla richiesta dell’AIRETT con un aggiornamento sulle forme atipiche nella Sindrome di Rett rispetto al ruolo di CDKL5 e FOXG1. Ha sottolinea-to come il CDKL5, gene situato nel braccio corto del cromosoma X, debba essere indagato nelle encefalopatie epilettiche precoci, in particolare nelle Epilessie Miocloniche farmacoresistenti e, con minor evidenza, nella Sindrome di West, anche nei maschi (che mostrano aspetti clinici analoghi a quelli delle femmine, a differenza di quanto accade con il MeCP2). Ha stressato altresì la possibilità di mosaicismo germinale, da tener ben presente nella diagnosi prenatale. Il gene FOXG1 è invece allocato nel cromosoma 14 e, in caso di anomalie cromosomiche, determina dimorfismi, con possibilità di agenesia/ipogenesia del corpo calloso, difetto di mielinizzazione della sostanza bianca cerebrale fronto-temporale, pachigiria frontale; è contrassegnato da una sensibile eterogeneità clinica, come dimostrato dai casi segnalati in letteratura (mentre usualmente sono pazienti assai compromessi, un soggetto ha mantenuto la capacità di deambulare; a fronte di non particolari aspetti esteriori, un altro affetto presentava connotati a quelli riscontrabili nelle mucopolisaccaridosi).

 

francesca-cogliatiFrancesca Cogliati

 

A dovuto resoconto di quanto realizzato per volontà dell’Associazione, la terza Sessione è stata imperniata sul Report dei Progetti Finanziati dall’AIRETT nel 2011, con Moderatori prof.ssa Edvige Veneselli (Genova) e prof.ssa Rosa Angela Fabio (Messina). La dr.ssa Silvia Russo (Laboratorio di Genetica Molecolare, Istituto Auxologico Italiano, Milano) ha riferito lo stato di avanzamento dello “Studio dell’eterogeneità clinica in un’ampia coorte di pazienti con Sindrome di Rett mediante un approccio biochimico-molecolare”, realizzato in collaborazione con Edvige Veneselli, Maria Pintaudi (U.O. e Cattedra Neuropsichiatria Infantile, Istituto Gaslini, Università di Genova), Aglaia Vignoli, Francesca La Briola (Centro Regionale per l’Epilessia dell’Ospedale San Paolo, Milano), Laura Vergani, Adriana Voci (Cattedra di Fisiologia e Biofisica, Genova). Tale studio è articolato in due ambiti: lo studio della diversa espressività clinica in rapporto ai differenti reperti genetici e la loro correlazione con lo stato di stress ossidativo valutato in funzione di eventuali difetti nei livelli di espressione sierica di metallotioneine; il sequenziamento esteso delle pazienti senza difetto genetico. La dr.ssa Floriana Della Ragione (Napoli) ha esposto il lavoro su “Alterazione dei meccanismi dello stress ossidativo e loro trattamento in un modello animale della sindrome di Rett”, condotto dal dr. Maurizio D’Esposito, Istituto di Genetica e Biofisica, CNR, Napoli, con la partecipazione del dr. Giovanni Laviola, Istituto Superiore di Sanità, Roma, e del dr.Joussef Hayek, Azienda Ospedaliera Universitaria Senese. Esso ha condotto ad una serie di riscontri, oggetto di pubblicazioni su riviste molto qualificate. Il dr. Maurizio Giustetto (Torino) ha illustrato i risultati dello “Studio dell’azione moderatrice del complesso ENA/VASP sul difetto sinaptico indotto da mutazioni di MeCP2 in neuroni di topo e ottenuti da cellule staminali pluripotenti indotte (iPSC) da pazienti”, progetto di cui sono responsabili dr. Tommaso Pizzorusso, Istituto Neuroscienze CNR, Pisa, prof.ssa Alessandra Renieri UO di Genetica Medica, Siena, e lo stesso Giustetto, Istituto Nazionale di Neuroscienze di Torino. I ricercatori hanno focalizzato come i meccanismi che regolano la polimerizzazione dell’actina dipendenti dalle proteine della famiglia ENA/VASP possano avere un ruolo nel modulare gli effetti della mutazione di MeCP2. La dr.ssa Francesca Ariani (Siena) ha invece fatto il punto sul progetto “Analisi dei geni HLA per valutare la suscettibilità genetica ai vaccini come componente della patogenesi della sindrome di Rett”, originale ricerca della prof.ssa Alessandra Renieri, (UOC Genetica Medica, Azienda Ospedaliera Universitaria Senese) in collaborazione con il prof. Antonio Amoroso (SC Immunologia dei Trapianti, Azienda Ospedale S Giovanni di Torino), che ha preso spunto dal rilievo dell’inizio della regressione nell’epoca delle prime vaccinazioni e da alcuni casi con iniziale inquadramento come encefalopatia post-vaccinica.

 

maurizio-giustettoMaurizio Giustetto

 

Una vivace discussione ha completato la giornata, con interventi di esperti e con domande dei genitori.

Dopo il focus sulla ricerca di base e clinica, la giornata di Sabato 19 maggio è stata dedicata agli aspetti clinici. Nella prima Sessione Dalla ricerca nuovi approcci terapeutici per la sindrome di Rett, con la moderazione della dott.ssa Marina Rodocanachi (Milano) e della dott.ssa Silvia Russo (Milano), il prof Laurent Villard (Università di Marsiglia) ha tenuto una lezione magistrale su Trattamento farmacologico della Sindrome di Rett in modelli animali: ha ricordato dapprima che la S. di Rett ha una frequenza di 1:15.000, con 30.000 nuove affette all’anno, corrispondenti alla nascita di 1 bambina ogni 20’ al mondo, mentre le MeCP2patie incidono per 1:6.000; ha condotto quindi un excursus sulle esperienze farmacologiche negli animali, con test preclinici, con il Diidrossiflavone che ha alcune evidenze di recupero del peso e di funzioni nel topo mutato, con alcuni amino glicosidi, con il CNF1 ed i TrkB agonisti; ha quindi riferito sui trial terapeutici in corso o approvati a livello internazionale sulle bambine Rett, con Desimipramina per i disturbi del respiro, e con Cisteamina per il funzionamento clinico globale ed il tasso di sopravvivenza, per accennare infine agli studi con IGF1, con Risperidone e con acidi grassi polinsaturi. Ha concluso con una prospettiva di estrema e saggia prudenza ed ha delineato le future prospettive del settore, che prevedono per i primi 5 anni questi studi clinici farmacologici, per i successivi 5-10 anni un lavoro sulle terapie innovative e per il periodo successivo ai prossimi 15 anni le terapie geniche o con proteine. La Prof.ssa Cinzia Signorini (Siena) ha presentato il risultato della ricerca su Reversione parziale tramite somministrazione di acidi grassi polinsaturi in bambine Rett, con dati sui meccanismi ossidativi nella patogenesi della Sindrome e sull’efficacia della supplementazione con PUFA omega-3, sostanze ad azione antiossidante e neuroprottettiva, priva di effetti secondari negativi; ha riferito sui benefici globali riscontrati con la loro somministrazione alla dose di 20-40 mg/kg/die in bambine nel I stadio di malattia, più evidenti, e negli stadi superiori al II, come ha pubblicato recentemente.

 

tommaso-pizzorussoTommaso Pizzorusso

 

Il tema della II sessione è stato “Approcci diagnostici e riabilitativi nella sindrome di Rett”; sono stati moderatori il dr. Giuseppe Hayek (Siena) e la dr.ssa Aglaia Vignoli (Milano).

Il prof. Lotan Meir (Tel Aviv) ha sviluppato l’argomento Sindrome di Rett nell’età adulta e trattamento dell’osteoporosi severa. Ha dapprima esaminato quanto affligge prevalentemente le adulte: lo svilupparsi della scoliosi, l’incremento dei disturbi gastroenterologici e della stipsi con l’età, l’accentuazione dei disturbi del tono e della deambulazione, a fronte della riduzione con il tempo dei disturbi respiratori e del sonno, delle crisi epilettiche, degli episodi di pianto e di riso apparentemente immotivati e dell’agitazione notturna; ha sottolineato come il mantenimento della deambulazione riduca la stipsi e contenga l’aumento del tono muscolare. Sull’osteoporosi, che dà segni e sintomi tardivi, quali dolori e tendenza a fratture traumatiche, e che è sovente parallela ad una perdita progressiva di peso, ha focalizzato che costituiscono goals principali: il rallentamento ed il contenimento della debolezza ossea e che ciò può essere raggiunto con una terapia a base di calcio e di vitamina D in prima istanza e con cicli di bifosfonati nei casi resistenti; il controllo del dolore e la riduzione del rischio di cadute. è interessante rilevare come egli, partendo dalla sua esperienza di fisioterapista, si sia interessato alla gestione dei disturbi che interferiscono nella qualità di vita delle nostre ragazze e giovani donne, per divenire un promotore del ruolo di referente del loro progetto sanitario globale. Il dr. Ioannis Ugo Isaias (Laboratorio per l’Analisi del Movimento nel Bambino, Dipartimento di Fisiologia Umana, Milano) ha riferito sul progetto di Analisi del cammino in bambine con Sindrome di Rett: problematiche e risultati preliminari, svolto in integrazione con il prof. Paolo Cavallari ed il prof. Alberto Marzegan, Fisiologia Umana, il prof. Carlo Frigo, Politecnico, il dr. Nardo Nardocci, I.R.C.C.S. C. BESTA, Marina Luisa Rodocanachi Roidi, Istituto Don Calabria, Milano; egli ha evidenziato un’eterogeneità di pattern, che ha documentato con interessanti videoregistrazioni.

 

 

maurizio-d-esposito-e-laurent-villardMaurizio D’Esposito e Laurent Villard

 

La prof.ssa Rosa Angela Fabio (Cattedra di Psicologia, Università di Messina) ha sviluppato il tema Modifica dei parametri neurofisiologici e neuropsicologici nel potenziamento cognitivo, in modo decisamente brillante e con grande coinvolgimento emotivo, ad attestazione della sua partecipazione e della sua motivazione alla crescita cognitiva delle nostre bambine. Ha impiegato la versione modificata del test di Raven, il “test di Pimpa”, le sue R.A.R.S. e le scale di Vineland per rilevare le modifiche indotte dalle metodologie di potenziamento cognitivo.

Il dr. Filippo Ghelma del Progetto D.A.M.A. (Disabled Advanced Medical Assistance, Ospedale San Paolo, Milano) ha trattato Le principali problematiche cliniche e gestionali nella disabilità grave intellettiva e neuromotoria. Strategie di approccio. Ci ha riferito riflessioni sugli aspetti gestionali più frequenti nel suo Centro, dedicato esclusivamente a soggetti portatori di disabilità di rilievo, di ogni età: le difficoltà di comunicazione verbale e l’incapacità di comprensione durante le valutazioni e gli accertamenti, le limitazioni delle capacità di collaborazione e talora l’opposizione, la possibile necessità di ricorrere a sedazione farmacologica, la frequenza di ricoveri impropri. A ciò ha suggerito di contrapporre risposte maggiormente organizzate e chiarezza di obiettivi da perseguire. Ha quindi esaminato le problematiche respiratorie e gastrointestinali di più frequente riscontro ed ha accennato alla loro gestione. Il modello operativo del D.A.M.A. ci appare innovativo ed assai interessante: risponde in modo incisivo e diretto ai bisogni degli assistiti e delle loro famiglie. Costituisce una realtà da incentivare nelle differenti strutture sanitarie.

 

aglaia-vignoliAglaia Vignoli

 

Nel pomeriggio la dr.ssa Marina Rodocanachi (Istituto Don Calabria, Milano) ha puntualizzato con incisività l’Approccio riabilitativo integrato e miglioramento della qualità di vita nella Sindrome di Rett. Ci ha suggerito importanti risorse per una valutazione metodologicamente ben condotta e finalizzata ad un trattamento suscettibile di apprezzamento dell’efficacia, quali, tra le altre, la Scala della Leonard per gli arti superiori, la Measure of Process of Care, il Parental Stress Index. Ci ha ricordato quanto è utile riferirsi al Can Child Centre of Childhood Disabiltity Research (www. canchild.ca/en/). Ha quindi fornito preziose indicazioni abilitative, a testimonianza della sua grande esperienza nel settore. La sottoscritta Edvige Veneselli infine ha sottolineato la rilevanza della metodologia nella presa in carico nelle pazienti Rett: in ragione della complessità delle problematiche sanitarie delle nostre bambine e ragazze e del loro mutare con l’età e a seconda della gravità delle condizioni cliniche. Ha ribadito la rilevanza della diagnosi precoce e del riferimento per essa ad un centro genetico avanzato, che offra tutte le possibilità ad oggi note e una banca dati con i casi non ancora connotati per future ricerche. Ha poi distinto le valutazioni e gli accertamenti che sono effettuati per la prevenzione delle possibili complicanze, per specifici problemi clinici, per bisogni correlati al progetto riabilitativo individualizzato ed in ultimo per ricerche in corso nel centro. Ha rammentato l’utilità delle Scale Rett, base di un’attenta conoscenza e della formulazione del bilancio funzionale: la scala Kerr per la definizione del livello di gravità, la Rett Syndrome Motor Behavioral Assessment, la Hand Apraxia Scale. Ha terminato con l’incentivazione al lavoro di empowerment delle famiglie, basato sulle informazioni ai genitori, sui diritti delle bambine e delle famiglie, il counselling sui problemi intercorrenti e l’avvio all’Associazione di categoria, in collaborazione con la dr.ssa Maria Pintaudi.

 

edvige-veneselli-joussef-hayek-e-marina-rodocanachiEdvige Veneselli, Joussef Hayek e Marina Rodocanachi

 

Abbiamo inoltre voluto dare uno spazio, come l’anno scorso al Convegno di Genova, ai giovani ricercatori, affinché esponessero le loro più recenti ricerche, potessero conoscersi e farsi conoscere dalle famiglie e rinforzare così il loro impegno scientifico, così importante per l’avanzamento delle conoscenza sulla Sindrome.

Nel Convegno a nome del prof. Paolo Curatolo, Ordinario di Neuropsichiatria infantile all’Università di Tor Vergata, Roma, la prof.ssa Cinzia Galasso, ha annunciato che il prossimo Convegno A.I.R. si terrà nel 2013 a Roma ed ha invitato caldamente tutti al prossimo appuntamento nella nostra capitale.

 

filippo-ghelmaFilippo Ghelma

 

Maurizio D’Esposito e Giuseppina Ludi con Lucia Dovigo hanno chiuso i lavori di questo Convegno, così ricco di esperienze di ricerca e di apporti clinici, farmacologici e riabilitativi, veramente aperto alle ultime novità, come nel titolo, per raggiungere dalla ricerca nuove prospettive terapeutiche per la sindrome di Rett.

A nome dell’Associazione ci sentiamo in dovere di presentare a Maurizio D’Esposito e a Giuseppina Ludi (la “mitica Pina”) e a tutti i loro Collaboratori i più sentiti ringraziamenti per tutto quanto hanno realizzato: l’elevato livello del Convegno, nei due ambiti di ricerca e di clinica, che ha stimolato noi relatori, interessato le figure professionali partecipanti, coinvolto i famigliari presenti; la calda atmosfera “partenopea”, affettuosa e cordiale in ogni momento, che ha sotteso le due giornate con un sottofondo decisamente piacevole; il prezioso intrattenimento per le nostre bambine e ragazze, che hanno avuto a disposizione dal loro arrivo alla loro partenza persone amiche che hanno proposto loro giochi, musiche, passeggiatine e… tanto affetto; una squisita offerta gastronomica nei coffee-break e nei pasti, degna delle migliori tradizioni della regione campana per quantità e qualità, con i suoi piatti tipici, con i suoi insuperabili dolci e con la garbatezza del personale addetto; gli spazi congressuali ampi e confortevoli per i congressisti, le bambine, le famiglie.

 

pina-ludi-responsabile-airett-campaniaPina Ludi, Responsabile Airett Campania

Grazie di cuore di tutto ciò.