L’esperienza del Centro Rett di Israele

Incontro con Meir Lotan del National Evaluation Team di Tel Aviv – Israele, presso l’Istituto Don Calabria di Milano.

Marina Rodocanachi,

medico neurologo e fisiatra, Istituto Don Calabria – Milano

Nei giorni 23 – 24 e 25 gennaio 2009, presso l’Istituto Don Calabria di Milano si è tenuto un incontro con una delle figure che più aveva colpito le famiglie per professionalità e competenza tra i relatori del Convegno Mondiale di Parigi lo scorso ottobre: Meir Lotan.

meirlotan02Il dottor Meir Lotan con una paziente

Meir Lotan è fisioterapista specializzato, Ph.D. presso l’Università di Bergen – Norvegia, Master al Dipartimento di fisioterapia dell’Università di Tel Aviv. Lavora in Israele nell’équipe nazionale di valutazione della Sindrome di Rett del suo Paese.

Esperto di fisioterapia in persone con disabilità multipla, ha sviluppato ed approfondito in modo particolare un modello di intervento riabilitativo nella Sindrome di Rett.

Ha pubblicato libri ed articoli sugli aspetti clinici della sindrome ed ha ricevuto nel 2000 un’onorificenza da parte dell’IRSA (Associazione Internazionale Sindrome Rett) per il suo contributo innovativo all’approccio riabilitativo nella Sindrome, in particolare agli aspetti connessi al disturbo del movimento ed allo sviluppo della scoliosi, gravissima complicanza che si manifesta con estrema frequenza nelle bambine.

L’incontro, promosso da AIRett in collaborazione con l’Istituto Don Calabria e sponsorizzato dall’Assessorato alla salute del Comune di Milano, si è articolato in una mattinata teorica, aperta a famiglie e professionisti, seguito da una parte pratica nel corso della quale sono state valutate 16 bambine residenti nella zona di Milano in presenza delle loro famiglie, dei terapisti di riferimento e di professionisti dell’équipe riabilitativa del Don Calabria.

Durante la mattinata teorica Lotan ha esposto l’esperienza ormai pluridecennale del National Evaluation Team di Israele con particolare riguardo all’intervento sulle competenze motorie e sulla gestione non chirurgica delle deformità ortopediche.

Interessante l’approccio rivolto sempre in primis alle potenzialità, per valutare come promuoverle, rispetto ad un’ottica comune che generalmente valuta le persone a partire dal deficit e dalle deformità.

Importante la riflessione sul “momento giusto” per svolgere un percorso riabilitativo motorio: vi sono fasi dello sviluppo delle bambine nel corso delle quali è possibile perdere competenze ed abilità. Periodo spesso critico è quello del passaggio dall’adolescenza alla vita adulta. In questi periodi spesso vengono progressivamente perse delle capacità, la deambulazione ad esempio, sia per l’aggravarsi delle deformità (scoliosi, anomalie muscoloscheletriche agli arti…), che per la diminuzione dell’attività fisica e della voglia di muoversi, ma anche per la progressiva stanchezza e sfiducia dell’ambiente nei confronti della persona e della persona in se stessa.

Anche l’intervento riabilitativo ge-neralmente in questi momenti della vita è meno incisivo, spesso viene sospeso oppure ridotto e protratto come puro mantenimento, senza alcun investimento né obiettivi chiari e raggiungibili.

è in queste fasi, ci insegna Lotan, che la valutazione deve essere molto attenta e l’intervento riabilitativo particolarmente mirato. Non esiste una regola generale, ogni situazione deve essere valutata individualmente. Spesso non è l’intensività del trattamento, ma la sua qualità e la distribuzione nell’arco della vita quotidiana che determinano il risultato.

Durante la mattinata teorica sono stati mostrati, attraverso video e diapositive, alcuni accorgimenti posturali interessanti ed innovativi per contrastare la scoliosi e favorire il reclutamento e l’allungamento della muscolatura paravertebrale deficitaria ed accorciata a causa delle rotazioni vertebrali.

Diversi gli interventi utilizzati in Israele oltre alla fisioterapia, tra questi l’idroterapia e l’ippoterapia.

Ma l’approccio riabilitativo del team israeliano appare essenzialmente di tipo olistico, in cui ogni persona affetta da Sindrome di Rett viene valutata globalmente in tutte le sue competenze e in tutti i suoi bisogni, ivi compresi quelli comunicativi, cognitivi, educativi ed emotivo – relazionali. Grande importanza viene data alla musicoterapia ed alla comunicazione aumentativa alternativa.

Peculiare l’esperienza della stanza multisensoriale secondo l’approccio Snoezelen, stanza allestita per poter fornire stimoli dosati multisensoriali in un ambiente atto a favorire una regolazione dell’emotività ed un’armonizzazione percettiva, importante in tutte quelle situazioni in cui le componenti emozionali rendono complessa e difficile l’interazione con le persone e quindi l’acquisizione di nuove competenze.

Dopo la mattinata teorica si sono susseguite le valutazioni delle bambine da parte del terapista.

L’inquadramento è stato individualizzato e personalizzato, ricco di proposte e di suggerimenti riabilitativi utili per quella specifica bambina e per la sua famiglia, preziosi per l’équipe di riferimento e formativi per noi professionisti dell’Istituto Don Calabria.

Punto di partenza e grande valore della valutazione è stata la capacità di Lotan di centrare il punto cruciale del bisogno di ogni bambina, a partire non soltanto dagli aspetti tecnici e posturali, ma anche dai bisogni della famiglia e della paziente stessa.

Le valutazioni sono state un’esperienza preziosa di apprendimento e confronto per tutti i professionisti presenti, utilissime sotto il profilo formativo e passo importante per poter sviluppare in futuro un polo di esperienza sull’approccio riabilitativo nella Sindrome di Rett.

Un ringraziamento grandissimo va a Meir Lotan, non soltanto per la sua professionalità e per la disponibilità ad insegnare, a confrontarsi, a rispondere a tutte le domande che familiari e professionisti gli ponevano, ma soprattutto per l’umanità, l’affetto, la dedizione e la generosità con la quale ha saputo affrontare le valutazioni di ogni singola bambina, mettendosi a disposizione della famiglia, incurante della fatica e dell’orario, per tre giornate piene e intense di lavoro.