Dinamica della localizzazione spazio-temporale, in vivo, di MeCP2 e di alcuni mutanti implicati nella sindrome di Rett

Speciale Congresso Lido di Camaiore 2007

  • Matilde Marchi, Italian Institute of Technology (IIT), Pisa, NEST, Scuola Normale Superiore, Pisa
  • Alessia Guarda, Dipartimento di Biologia Funzionale e Strutturale Università dell’ Insubria, Busto Arsizio (VA)
  • Nicoletta Landsberger, Dipartimento di Biologia Funzionale e Strutturale Università dell’Insubria, Busto Arsizio (VA)
  • Charlotte Kilstrup-Nielsen, Dipartimento di Biologia Funzionale e Strutturale Università dell’ Insubria, Busto Arsizio (VA)
  • Gian Michele Ratto, Istituto di neuroscienze, (CNR), Pisa, NEST, Scuola Normale Superiore, Pisa
  • Mario Costa, Istituto di neuroscienze, (CNR), Pisa

La Sindrome di Rett è una malattia genetica legata al cromosoma X che si presenta con una frequenza di casi di 1/10.000 nati vivi. Le bambine affette da questa sindrome nascono apparentemente sane ed il loro sviluppo nei primi 6-18 mesi non presenta particolari difetti. Nei mesi successivi, lo sviluppo psicomotorio subisce un arresto ed una progressiva regressione. Mutazioni del gene mecp2 sono state identificate nell’80% dei casi clinici.

MeCP2 codifica per una proteina nucleare di 486 aa e presenta due domini principali, il methyl binding domain che le conferisce un alta affinità per la cromatina metilata ed il transcription repressor domain che si comporta da repressore trascrizionale. Nonostante l’azione di Mecp2 dipenda dal suo legame con la cromatina, poco o nulla si conosce della dinamica di questa proteina all’interno del nucleo e tra il comparto nucleare e quello citoplasmatico.

Noi studiamo in vivo la dinamica di MeCP2 wild type e delle mutazioni o delezioni che ne mimano la condizione patologica. Per questo scopo, impieghiamo tecniche di biologia molecolare e cellulare unite a tecniche di microscopia confocale. Il disegno sperimentale è il seguente:

  1. Espressione in linee cellulari e in colture primarie corticali di proteine di fusione fluorescenti GFP-MeCP2 o mutanti.
  2. Registrazione filmata in microscopia confocale del processo di localizzazione sulla cromatina delle proteine di fusione.
  3. Utilizzo della tecnica di “fotospegnimento” delle proteine fluorescenti (FRAP) che ci consente di valutare il legame della proteina al DNA e le differenze con le varie forme mutate.

Noi crediamo che lo studio della la dinamica di MeCP2 sia di cruciale importanza per disegnare futuri interventi farmacologici che possano agire sulla regolazione dell’espressione e della localizzazione di MeCP2 all’interno della cellula.