Corriere: “Noi disabili, cittadini invisibili” 17 febbraio 2012

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Blog InVisibili – Corriere della Sera

Con soddisfazione ed apprezzamento la Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap segnala il rilievo offerto il 17 febbraio dal Corriere della Sera ai temi di maggiore gravità che riguardano milioni di persone con disabilità. Finalmente non si chiacchiera di “falsi invalidi”, ma di problemi reali.

L’articolo di Gian Antonio Stella, una delle più apprezzate firme del giornalismo italiano, Noi disabili, cittadini invisibili è ben evidenziato in prima pagina e ripreso in un’intera pagina interna. Vi riporta alcune delle più significative lettere, fra le tante giunte in redazione, di persone con disabilità e dei loro familiari, disegnando un quadro drammaticamente realistico.

Ampio spazio è dedicato, di spalla, ad un intervento di Pietro Barbieri, presidente FISH, sotto riportato

Pietro Barbieri
Presidente FISH, Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap

 

Assegno da pochi euro
E c’è chi vuole tagliarlo

(…) Sono temi che investono la quotidianità e il futuro di milioni di famiglie e cittadini italiani, certo meno chiassose di molte lobby viste in azione in queste settimane, ma il cui vissuto e le cui prospettive non sono certo meno inquietanti (…) La disabilità e la non autosufficienza sono fattori di impoverimento dei singoli e delle famiglie: maggiori spese, minore capacità di produzione del reddito, minore accesso alle opportunità di impiego, rinuncia al lavoro e alla carriera da parte dei familiari che si dedicano all’assistenza. Riguarda le famiglie povere, i ceti medi, i più abbienti: impoverisce tutti (…)

Se a guidare questa revisione saranno ancora le vetuste logore logiche, sapientemente propalate dal precedente ministro dell’Economia, milioni di famiglie non avranno nulla di buono da attendersi. I nuovi criteri saranno mirati solo a far spendere meno allo Stato scaricando ulteriori costi sui nuclei, sui singoli, su chi cerca autonomia e dignità personale. Se le «autorevoli» tecniche di analisi saranno quelle di chi effettua i calcoli ad uso e consumo degli obiettivi di cassa, ancora una volta saranno considerati solo i costi dello Stato e non quelli delle famiglie.

Troppo diffusamente in questi giorni si ipotizza di considerare le pensioni agli invalidi e gli assegni sociali come se fossero un reddito, al pari delle rendite finanziarie: tassare l’assistenza. Troppo spesso, più soffusamente, si diffonde il convincimento, anche da parte di insospettabili, che bisogna stringere sull’indennità si accompagnamento (490 euro al mese): oltre a non essere in grado di svolgere gli atti quotidiani della vita, bisognerà dimostrare pure di essere indigenti e che la propria famiglia sia alla miseria. Scenari tutt’altro che rassicuranti per quella che è un’emergenza nazionale a cui il movimento delle persone con disabilità tenterà in tutti i modi di opporsi, ben sapendo che è in gioco il futuro, l’inclusione o la reclusione, la miseria o la dignitosa sopravvivenza. La «disabilità» non è una lobby: è una condizione che attraversa in orizzontale, in verticale, e pure in diagonale, la nostra collettività. Che non ha bisogno di carità, pietà, elemosina e forse nemmanco di solidarietà, ma di diritti certi e opportunità al pari degli altri.