Nutraceutica: 
quali possibili utilizzi?

Maria Pintaudi,

Neuropsichiatra Infantile, Genova

L’utilizzo dei nutraceutici nella pratica clinica si sta diffondendo negli ultimi anni, anche a seguito delle sempre più numerose evidenze scientifiche sull’efficacia di derivati erboristici e sostanze naturali.

La parola nutraceutico, coniata nel 1989, racchiude le voci nutriente e farmaceutico e viene usata per descrivere prodotti derivati da fonti alimentari ma con benefici per la salute che vanno oltre il valore nutritivo.

I nutraceutici sono commercializzati come supplementi dietetici finalizzati alla prevenzione ed al contributo al trattamento di alcune patologie.

I principi attivi sono presenti in moltissimi ingredienti alimentari ad estratti vegetali. La manipolazione di queste fonti naturali consente la contrazione e la veicolazione di dosi biologicamente attive.

È fondamentale la qualità del nutraceutico, in particolare la purezza degli estratti e la concentrazione di principi attivi: i fattori ambientali e le metodiche di estrazione e di veicolazione influenzano la concentrazione e la biodisponibilità dei principi attivi contenuti nella pianta (Fig. 1).

I nutraceutici possono essere utilizzati come terapia iniziale in monoterapia in pazienti che rifiutano il farmaco o in cui si vuole/può adottare un approccio più soft oppure in add-on (in aggiunta) alla terapia farmacologica tradizionale per incrementarne l’efficacia clinica. Il miglior utilizzo è il modello integrato con terapie farmacologiche e non.

I principi attivi dei nutraceutici possono interferire con altri farmaci assunti. Pertanto se ne sconsiglia l’uso come automedicazione in assenza del parere del medico curante.

In ambito neuropsichiatrico i nutraceutici vengono utilizzati come risorse addizionali nella gestione di vari disturbi come, ad esempio, i disturbi d’ansia, depressivi, del sonno e cefalea.

Per i disturbi d’ansia si utilizza una composizione che sfrutta la stimolazione gabaergica avvalendosi della sinergia fra tre principi attivi:

  • L-teanina che aumenta i livelli di GABA,
  • la passiflora che agisce da agonista gabaergico simil BDZ,
  • la scutellaria che esplica la sua azione sul recettore GABA-A su un sito non- benzodiazepinico ed antagonizza la GABA-transaminasi.

Vi sono anche composizioni utilizzate come risorse aggiuntive nella gestione dei disturbi depressivi caratterizzate da S-adenosyl methionine (SAMe), l’Acido Folico e N-Acetil-Cisteina (NAC).

Per i disturbi del sonno si può utilizzare una composizione di melatonina, ormone naturalmente prodotto dalla ghiandola pineale che ha attività ipnoinducente e regolatrice del ritmo sonno-veglia, magnololo e metil-honokiolo che hanno dimostrato in diversi modelli un’attività sul sistema GABAergico analoga alle benzodiazepine e 
L-teanina.

Per alcuni pazienti emicranici può essere indicata la supplementazione con magnesio o con Triptofano e 5-http.

Nell’ambito della sindrome di Rett vi sono studi sull’utilizzo di alcune sostanze, come la creatina, la colina, l’acido folico, vitamina D. La maggior parte di questi studi, tuttavia, riguarda una casistica limitata di pazienti e i risultati non sono univoci.

Coorti più ampie di soggetti sono invece state indagate negli studi di valutazione dell’efficacia della supplementazione di omega 3 che negli ultimi anni sempre più spesso fanno parte del piano terapeutico delle pazienti.

Un’ulteriore possibile indicazione all’utilizzo dei nutraceutici nella sindrome di Rett riguarda i disturbi del sonno e l’agitazione psicomotoria.

Anche per la Sindrome di Rett i nutraceutici possono essere utilizzati come primo approccio terapeutico o in add-on alla terapia farmacologica tradizionale per incrementarne l’efficacia clinica.

La valutazione dell’opportunità di prescrivere un nutraceutico spetta al medico curante che indica la composizione più adeguata in base:

  • alla conoscenza approfondita del quadro sintomatico della paziente,
  • alla conoscenza delle interazioni con i farmaci,
  • alla conoscenza dei potenziali benefici ma anche dei rischi,
  • alla qualità della dieta.

Pertanto si ritiene che anche per le pazienti con Sindrome di Rett i nutraceutici possano trovare un’indicazione clinica. Tuttavia pur essendo “farmaci da banco” se ne sconsiglia la somministrazione in assenza del parere e prescrizione specifica del medico curante.

Bibliografia essenziale

Diapositive tratte dalla presentazione di FB HEALTH Corporate e dalla presentazione della Prof.ssa E. Veneselli al convegno “Nutraceutica in età evolutiva” tenutosi a Genova il 14.01.2017
Documenti tratti dal sito www.sinut.it – Società Italiana di Nutraceutica