Valentina e la musica

musica

Ciao a tutti,
sono Giusy la mamma di Valentina, una ragazza di 36 anni, affetta da sindrome di Rett.

Vorrei sottolineare in questo spazio quanto le esperienze riabilitative realizzate in questi anni hanno contribuito alla serena crescita di mia figlia.

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La diagnosi per Valentina è avvenuta intorno ai tre anni e subito dopo ha iniziato a svolgere attività quali fisioterapia, terapia in acqua, ippoterapia, musicoterapia.

A quel tempo la malattia si stava manifestando e quindi anche se non riuscivo a percepire reali miglioramenti riguardanti il suo quadro clinico, mi rendevo comunque conto di quanto fossero importanti queste attività che le consentivano l’incontro con differenti qualificate figure in grado di aprirle un orizzonte più ampio non costituito esclusivamente da scuola e famiglia.

Ciò che era importante per noi familiari era che Valentina venisse accettata per ciò che era e per quello che sapeva dare e ricevere senza giudizi ed aspettative.

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Ho sempre accompagnato mia figlia nelle varie attività che svolgeva settimanalmente e a volte mi capitava di rimanere in stanza durante le sedute come “spettatrice”.

Dal 2009 Valentina ha ripreso l’attività di musicoterapia con una nuova terapista, Emanuela, e così mi sono trovata ad avere un ruolo attivo partecipando io stessa alle diverse esperienze.

In questo spazio Valentina suona la tastiera, il djembe, l’ocean dream etc… ed io la vedo partecipe, in relazione con Emanuela e con me in modo diverso: è solare, tranquilla e in forte comunicazione con noi; a volte con il suo sguardo ed il suo sorriso furbetto riesce anche a prenderci un po’ in giro…

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Chiedendo ad Emanuela qualche spiegazione sull’efficacia della musica in terapia lei mi dice che: “l’obiettivo della musicoterapia è di riconoscere e valorizzare le risorse della persona coinvolta nella terapia creando un ambiente in grado di favorire l’instaurarsi di una relazione di fiducia, di non giudizio.

Il musicoterapeuta si sintonizza sull’emozione dell’altro ma senza identificarsi con lui, “come se” fosse l’altro puntando alla creazione di un forte rapporto che porti ad una comunicazione proficua da realizzarsi attraverso un linguaggio maggiormente diverso, quello sonoro-musicale.

Quando Valentina mi guarda negli occhi, mi sorride o arriva a ridere sonoramente sento l’intensità della nostra relazione, le emozioni che emergono in lei si integrano con le mie in un clima di scambio profondo.
Giusy