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Congresso Livorno 2004

Il senso dell’accompagnare l’altro

Busellato Lucia, insegnante e pscicomotricista

Tra i tanti bambini che ho incontrato nello svolgimento della Pratica Psicomotoria, Sofia è la prima bambina che si colloca all’interno del quadro della sindrome di Rett.

Ho conosciuto Sofia quando la mamma mi parlò di alcune difficoltà che viveva la sua bambina.

A quel tempo Sofia aveva circa due anni e mezzo e i suoi genitori erano molto preoccupati perché la bambina sembrava non voler più comunicare, era come se tutto ciò che aveva conquistato (posizione seduta, prensione…) si fosse fermato là… anzi papà e mamma si accorgevano che alcune cose Sofia non le sapeva più fare.

Quando, dopo molte indagini scoprirono che Sofia mostrava i segni della “Sindrome di Rett”, nel mese di febbraio 2003, i genitori chiesero una consulenza al Prof. Bernard Aucouturier, fondatore della Pratica Psicomotoria. Io li accompagnai.

Fu accolta la domanda di aiuto attraverso la Pratica Psicomotoria ed io mi prestai a questo servizio per due incontri alla settimana.

Durante le prime sedute Sofia mi appariva triste e con lo sguardo sfuggente, anzi tendeva ad evitare lo sguardo.

Faticava a sostenersi, manifestava elevata stereotipia alle mani, se le mordeva fino a procurarsi lesioni, in alcune situazioni si percuoteva la testa. Evitava la comunicazione, tendeva a drigrignare i denti, sussultava, il viso era molto teso, sembrava assimmetrico.

Il dato evidente che mi si mostrava era dettato da un forte terrore nell’essere mobilizzata nello spazio, che provocava in Sofia irrigidimento, scarica motoria, pianto, anche se era dovutamente sostenuta e contenuta.

Un’angoscia di perdita del corpo che ho legato allo stato di immaturità psico-corporea della bambina nei termini di una non sufficiente costruzione dell’Unità del Corpo. Di conseguenza il sopravvenire della Tensione Corporea dava sgradevolezza, mostrata all’inizio, oltre al pianto, anche con irrigidimento e aumento della stereotipia delle mani.

Gradualmente Sofia ha potuto scoprire che la Tensione Tonica procura piacere perché favorisce un sentimento di “riunificazione del corpo”.

Progetto ed obiettivi dell’intervento

1

Favorire la conquista di un sentimento di Unità di Piacere attraverso:

Vivere il piacere dell’azione spontanea

– Alternanza di piccole rotture toniche per attivare una fluidità del tono

4

Possibilità di aprirsi alla comunicazione tramiteil contatto, 30l’azione, la trasformazione, il gioco (spinta ad agire – piacere di agire)

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LAVORO DI FORZE OPPOSTE: GRAVITAZIONALI ED ANTIGRAVITAZIONALI centrato suGiochi Di Rassicurazione Profondache sono legati strettamente all’esperienza arcaica (prenatale e neonatale) frecciadx

2

Favorire l’alternanza tra tensione e distensione quale conflitto intracorporeo attraverso giochi di disequilibrazione per ritrovare le stabilità.

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5

Necessità di vivere gli appoggi per costruirsiforme di rassicurazione attraverso la trasformazione tonico-posturale

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3

Alternanza di tensione e distensione per favorire il nascere della spinta dal suolo, dal cuscino… spinta che nasce dall’appoggio del dorso, fianco, mani, gambe, piedi, quale esperienza che attiva la dimensione fisiologica, posturale e neuromotoria e la dimensione psichica legata al desiderio di ingrandire, trasformare il corpo proprio, agire sull’esterno, in cui il fondo di base è LA RELAZIONE TONICO-EMOZIONALE.

6

Andare verso l’oggetto, ricerca dell’oggetto:favorire la costruzione dellapermanenza dell’oggetto.

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7

Evocare emozioni ed azioniattraverso la via verbale

Le conquiste di Sofia

Alcune sequenze che evidenziano l’evoluzione del TONO, della POSTURA e della RELAZIONE nel tempo di un anno.

Il gioco è centrato sulla spinta e controspinta: Sofia riconosce gli appoggi del dorso, delle mani, più avanti anche dei piedi…

La controspinta di Sofia nasce dalla spinta del corpo dell’altro:

  • Vi è la percezione del corpo dell’altro (io spingo, lei respinge).
  • Favorisce la percezione della superficie del peso del corpo proprio attraverso la superficie di contatto nell’appoggio del corpo dell’altro.

    In ordine alla strategia di rispecchiamento e del mettere parole sulle azioni e sulle emozioni del bambino, il dire: “Che Grande!” è una restituzione alla bambina della sua presa di tono particolarmente a livello del tronco e della testa in un raddrizzamento sull’asse.

  • Sofia sorride, ricerca l’altro con lo sguardo, è l’interesse verso l’altro
  • Rotolare con accompagnamento (Sofia teme le cadute).

    Ritengo prioritario stabilire una relazione di fiducia attraverso il contenimento del corpo, accompagnandola con la voce. Sofia comincia ad anticipare le azioni, mostra di sapersi adeguare.

  • Essere trascinata con il drappo: mostra emozioni di piacere, appare l’attesa, la richiesta di continuare (anche con espressioni verbali significative).

    Coglie e vive con manifestazioni emotive le diversità di ritmo.

  • Gioco del “Cu-Cu”: ci sta al gioco, il piacere è grande. Importante permanenza dello sguardo e l’attenzione nel gioco a due, anticipa l’azione nel gioco.
  • Andare verso l’oggetto, permanenza dell’oggetto, ricerca dell’oggetto.
  • Rotolare, caduta da sola (corpo contenente) nelle introduzioni di rottura tonica, la manipolo per “ricompattarla”, manifestazioni di piacere con espressioni verbali: papà!
  • La discesa: appaiono gli appoggi, l’aggrappamento, la percezione del vuoto.
  • Gattonare: ricerca degli appoggi. Piacere nel ritrovare l’equilibrio, giocare il disequilibrio, importante la ricerca dell’altro, andare verso qualcosa che l’attrae.
  • Gioco di equilibramento: tensione e distensione delle due parti del corpo: destra e sinistra/avanti e indietro introduco piccole rotture toniche.
  • La storia: mobilizzare l’immaginario; vivere ad altro livello le emozioni e le azioni ricercando una forma di comunicazione condivisa.

Ogni sguardo, ogni sorriso, ogni momento di attenzione e di ascolto di Sofia, sono state risposte e chiari segnali di un percorso di relazione. La relazione, quindi, è diventata l’elemento perno per tutte le future conquiste, conquiste vissute su un fondo di piacere.

Ritengo sia stato importante cogliere e significare i segnali corporei ed espressivi della bambina, modulando la mia relazione con Sofia per poter crescere insieme. Crescere inteso come possibilità di viversi nel piacere, nel rispetto, dei suoi tempi e dei suoi bisogni.

È stato importante che tutti coloro che hanno partecipato a questo accompagnamento di crescita di Sofia, siano stati in grado di trasformare le proprie aspettative di evoluzione nel rispetto dei suoi bisogni e nell’apprezzamento dei piccoli segnali di cambiamento.

Un ringraziamento speciale va ai genitori di Sofia che mi hanno permesso di utilizzare foto e video. Loro sono stati determinanti nel riconoscere i bisogni e i tempi della bambina in un contesto di accoglienza.

Alcune strategie utilizzate:

  • I rituali
  • La successione dei giochi
  • La ricerca di relazione tonico emozionale
  • Il mettere parole sulle azioni
  • Il contenere
  • Il rispecchiare
  • L’introduzione della storia
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